Molte interpretazioni di un unico testo

"Das luftige Leben" (La vita ariosa) di Heike Geißler ha aperto la seconda giornata di lettura delle GDLT 2008. Benché sia stata Ursula März ad invitare l'autrice, Ijoma Mangold ha appoggiato il testo in modo ancor più ambizioso di lei.

Dopo la discussione, il moderatore Moor ha constatato con sorpresa quante possibilità di interpretazione lasci ancora aperte il testo.

Linguaggio dalla "grande capacità narrativa"

Ijoma Mangold ha affermato che leggerebbe immediatamente e con molto interesse un testo che racconti di una guida turistica che si crede un angelo. "L'angelo si dedica con coraggio al nobile compito impartitogli a suo tempo dalla religione, ovvero la guida nel trascendente, nella metafisica e nella bellezza." Il linguaggio utilizzato ha, secondo il giurato, una grande capacità e una grande finezza a livello narrativo."

 

Ijoma Mangold (Foto ORF/Johannes Puch)

Si sarebbe, tuttavia, auspicato qualcosa di più dal "coraggio di un angelo", poichè questi, dalla metà del racconto in poi, assimila qualcosa di patologico dal protagonista: "L'autrice sale intrepida su una torre di 10 metri per poi scendere scalino dopo scalino e quindi compiere un salto da un piano alto ben 3 metri."

Per la Strigl un "pugno nello stomaco"

"È un caso difficile", ha commentato una Daniela Strigl affatto entusiasta, secondo cui il linguaggio sarebbe troppo "profumato". "Troppo pretenzioso, con un uso sbagliato del congiuntivo, ma non voglio essere meschina." Tuttavia ha affermato che "il testo è stato come un pugno nello stomaco e il momento più bello è sicuramente quello in cui il dolore si placa."

Daniela Strigl (Foto ORF/Johannes Puch)

Per Spinnen una "costruzione avventurosa"

Burkhard Spinnen ha fatto riflettere sul fatto che l'"indecisione" del testo lo ha leggermente infastidito: che fosse un "climax voluto" dall'autore? Egli ha comunque elogiato il testo per la sua "costruzione avventurosa".

Alla März il testo piace "di cuore"

Per Ursula März "questo è un sognatore ad occhi aperti come nella serie in cui Mastro Eder si immagina il folletto Pumuckl." Sogno e realtà si fondono in questo testo ambivalente, da cui scaturisce "questo" linguaggio che si allontana parecchio dal realismo quando arriva a comprende quello che passa nella mente dell'uomo. "Questo testo mi piace di cuore".

Dieter Moor, Ursula März (Foto ORF/Johannes Puch)

La giuria non si trova d'accordo

Ijoma Mangold ha trovato questa interpretazione del testo "troppo leggera, troppo trattenuta, troppo indisposta."

Andre Heiz è rimasto deluso dal fatto che l'angelo "non sia pari per nascita" all'uomo: "Come arriva, ci viene subito tolto." Si è comunque congratulato con l'autrice per il suo "coraggio".

Klaus Nüchtern ha commentato: "Sì, Mastro Eder e il suo folletto Pumuckl" costituiscono un progetto avvincente e ambizioso, il linguaggio criticato dalla Strigl, "una lingua altamente costruita" secondo il giurato si adatta invece perfettamente a questo testo. Nüchtern l'ha paragonato alla "precisione millimetrica leggermente prolissa" ma tuttavia "armoniosa" di un costruttore di modellini di navi in bottiglia".

ORF-Theater (Foto ORF/Johannes Puch)

Sulzer è rimasto "perplesso"

Diversa l'opinione di Alain Claude Sulzer. Il giurato ha criticato il "tono biblico": il testo, che lo ha lasciato perplesso, suona "costruito". "Sembra più un folletto che un angelo." Che dipenda dall'età dell'autrice?

 

Il testo di Heike Geißler