Poche chance per Pedro Lenz
Pedro Lenz è stato invitato a Klagenfurt su consiglio di Andre Vladimir Heiz. È stato l'ultimo della mattinata a leggere il proprio brano tratto da "Inland" (Territorio nazionale): per la giuria è stato un vero fiasco.
"Un sound che può provocare dipendenza"
Burkhard Spinnen ha affermato che qui si ha a che fare con due testi: quello letto e quello ascoltato. Quest'ultimo sviluppa un sound di cui si potrebbe diventare "dipendenti". Nel testo letto, però, ha prevalso lo stereotipo. I contenuti lo renderebbero sempre più piccolo e insignificante. Durante la lettura il testo è stato troppo circoscritto. Il riferimento alla parlata regionale è legittima, secondo il giurato, ma qui si pone la questione della trasposizione.
Nüchtern: il testo era "strutturalmente sgradevole"
"Sono un po' perplesso, come se mi avessero trovato un buco nello stomaco", ha esordito Klaus Nüchtern. Il tutto presenta un ché "di irritante e strutturalmente sgradevole", come se uno "scherzo prevedibile" fosse generato espandendo saggezze di bambini sotto la "maschera dell'ingenuità." "Da un punto di vista musicale non mi ha convinto. Si tratta proprio di storielle scolastiche, cosa che mi lascia insoddisfatto", ha concluso Nüchtern.
La März: "È un testo orale"
"Sono d'accordo con Spinnen", ha esordito Ursula März. "Questo è chiaramente un testo orale", nasce prima nel dialogo, si sente qualcuno che parla ininterrottamente. È per questo che il linguaggio risulta "così semplice". Afferma di sentirsi "molto indecisa" su come debba giudicare questo testo di uno "sciocco", questo "testo ignorante". Stilisticamente è, secondo la giurata, inattendibile e lascia l'impressione di essere qualcosa "di imitato". Un trucco?
Quello che più infastidisce l'ascoltatore durante la lettura è la ridondanza: "certe cose non si devono dire", questo il commento di Daniela Strigl. Si inciampa nella lettura. La prosa di ruolo è convincente, la domanda è se questo sia sufficiente.
"Un testo antipatico e privo di significato"
"Credo che sia già stato detto tutto", ha commentato concisamente Ijoma Mangold, "un testo antipatico e, temo, anche completamente privo di senso."
Heiz è affascinato dalla dimensione politica
André Vladimir Heiz ha dichiarato in conclusione: si potrebbe anche disturbare "il topos svizzero della natura semplice e innocente", ma questa non è la questione centrale del testo. Anche il filosofo Baudrilllard aveva un tremendo accento francese. Ma per avere successo, ha dovuto perderlo.
Egli è rimasto anche affascinato dalla dimensione politica del testo: "La colletività prima di tutto, poi viene l'io."
Ijoma Mangold ha concluso lapidariamente: "Qui l'interpretazione è sproporzionata rispetto al testo!"